Santa Barbara

La missione arriva a Santa Barbara

Alla fine di febbraio del 2006, con l’aiuto del Padre Redentorista Everson, le Suore Domenicane della Beata Imelda si stabiliscono nella città di Santa Barbara. Prima dell’insediamento è stato necessario un periodo di adattamento che ha visto le nostre sorelle pendolare da Goiânia a Santa Barbara mentre alcune donne del posto sistemavano e rendevano confortevole la casa che le ha accolte definitivamente il 3 marzo, mercoledì delle ceneri. In quello stesso giorno esse hanno ricevuto in donazione parte dell’arredo consegnato da Padre Macedo e da fratel José, entrambi Redentoristi, dalla città di Trindade. La Messa solenne della domenica successiva è stata celebrata in loro onore. Diverse sorelle, giunte da Goiânia, si sono unite ai parrocchiani e ad alcune autorità di Santa Barbara per dare il benvenuto alle Suore. Durante la Messa Padre Everson ha sottolineato il ruolo chiave che le Suore svolgono nella comunità parrocchiale che oltre ad essere un punto di riferimento per i fedeli coadiuvano i sacerdoti nella diffusione e nell’accoglienza della parola di Dio. Prima di loro, Sr. Regina Buzolin, Sr. Lurdes Lima, Sr. Rosa Gomes e Sr. Estela Aparecida de Lima sono state ricevute con gioia dai cittadini di Santa Barbara e si sono integrate perfettamente nel tessuto sociale. 

Il tessuto sociale

Il tessuto socio-economico di Santa Barbara è lacerato da una difficile situazione economica. Diverse sono le zone in cui mancano lavoro, istruzione, iniziativa imprenditoriale e centri religiosi. Certo la presenza delle suore ha incentivato la formazione religiosa ma c’è ancora molta carenza di guide spirituali di fede cattolica  mentre, viceversa, si assiste a una crescita della chiesa protestante.  
Con la gente del posto le Suore hanno subito instaurato una relazione basata sulla fiducia e sull’accoglienza reciproca complice il desiderio di una presenza amica e l’attesa di chi offrisse loro aiuto e collaborazione. La città, infatti, manca di un prete che di una comunità è nodo nevralgico. A prendersi cura dell’anima di questi cittadini è un sacerdote che fa loro visita due volte alla settimana dalla vicina città di Trinità. Pertanto l’iniziale attività delle Suore si è concentrata fi da subito sui bisogni della gente. 

Iniziative e progetti

Una delle prime iniziative delle Suore si è concretizzata nell’inserimento del tessuto sociale. Conoscere la gente, entrare nelle loro vite, sposare le loro usanze; come prima cosa. Un lavoro necessario e preparatorio in funzione dell’organizzazione della Chiesa nella sua realtà parrocchiale: la pastorale del Battesimo, l’approntamento di gruppi di preghiera nelle famiglie, l’eucarestia agli infermi. Sono nate così, una pietra sopra l’altra, le Parrocchie di Santa Barbara e di San Sebastiano dove si è subito provveduto alla formazione di chierichetti e di volontari. 
Alle attività quotidiane di cura del prossimo, infatti, le sorelle hanno affiancato un progetto educativo per avere catechisti e ministri eucaristici che le possano affiancare sia nel servizio alla Chiesa sia nel sostegno alla comunità nei suoi bisogni materiali e immateriali. Perché l’essere missionari non è e non deve essere solo una questione religiosa. L’essere missionari è farsi incontro all’altro e accoglierlo. L’essere missionari è progettare una vita che sia per tutti dignitosa. L’essere missionari è far vivere la propria fede in ogni cosa e in ogni istante.