Missione Raggio

Suora e bambini a Durazzo in Albania

Durazzo è una città che conta circa 113000 abitanti e, la sua vicinanza al mare, sin dall’epoca dell’Impero romano ne ha fatto un sito strategico per il commercio marittimo. La fiorente isola dei moderni palazzi che costeggiano il lungomare ci testimonia, oggi, di una economia che poggia essenzialmente sul turismo. Addentrandoci nella periferia della città, incontriamo la “Keneta” (Palude, N.d.R), un territorio palustre che è stato bonificato solo negli anni Sessanta-Settanta del Novecento. Qui, dopo il 1990, si sono riversate numerose famiglie giunte dalla montagna. Le condizioni delle abitazioni, inizialmente abusive e fatiscenti, sono andate via via migliorando grazie al contributo degli albanesi emigrati in Italia e negli altri Paesi europei e oggi, infatti, si possono vedere case dignitose e confortevoli. 
Il centro storico di Durazzo è dominato dalla parrocchia di Santa Lucia che, prima della dittatura comunista, è stata per secoli sede del Vescovo. Negli anni Duemila è nata una seconda parrocchia, dedicata a S. Domenico e affidata ai Padri Domenicani di Malta. È in questa parrocchia che la Comunità imeldina di Bathore-Tirana ha deciso di inviare due suoi membri, Suor Gabriella e Suor Irene Lorenzon, a iniziare la “missione raggio” il 1 novembre 2019. 

Presenze missionarie

Le Suore della Beata Imelda non sono le sole ad aver offerto il loro sostegno a Durazzo. Nella città, infatti, operano altre religiose quali le Suore di Madre Teresa, per esempio, che si occupano delle donne anziane abbandonate; le Benedettine che gestiscono una scuola elementare e media; le Vincenziane che sono di aiuto ai poveri; le Adoratrici del Sangue di Cristo che hanno un Convitto per le studentesse universitarie. 
Alle nostre Suore è stata assegnata una zona della periferia di Durazzo (Durazzo nuovo) detta Keneta = Palude. L’idea è quella di dar vita a un nuovo Centro cattolico indipendente dalla chiesa “madre”, come avviene già in altre zone, per diventare presenza costante e punto di riferimento per la popolazione di tradizione cristiana. Questa zona comprende quarantamila abitanti. Nei primi mesi della loro presenza le suore hanno iniziato a visitare le famiglie, instaurando una relazione di simpatia e di fiducia. In questo periodo di pandemia da Coronavirus Sr. Gabriella e Sr. Irene hanno dovuto sospendere la visita alle famiglie, ma continuano a seguirle attraverso i mezzi di telecomunicazione e offrendo il sostegno della preghiera. 
La Keneta non è una zona agevole. L’area, certo, è stata bonificata ma, a causa dell’umidità e della natura salina dell’acqua della palude, è poco fertile e richiede molti investimenti e impegno per migliorarne la produttività. Nella Keneta alcune famiglie vivono ancora in estrema povertà anche per questo molti giovani emigrano per cercare una vita più dignitosa.

Suor Gabriella e Suor Irene: la preghiera, la formazione, la missione. 

Nella parrocchia di S. Domenico, Suor Gabriella e Suor Irene hanno la possibilità di partecipare alla S. Messa quotidiana, ad altri momenti liturgici sempre con la presenza della Comunità religiosa dei Padri Domenicani. L’adorazione dell’Eucarestia, grazie alla cura spirituale dei Padri, è un appuntamento settimanale, sentito e condiviso da buona parte della popolazione. Non mancano, poi, gli incontri che educano alla Parola di Dio come, ad esempio, la catechesi e i gruppi di preparazione ai Sacramenti per gli adulti, un rafforzativo, questo, che insieme alla preghiera tiene uniti i fedeli. 
Periodicamente le nostre Suore della missione raggio si ritrovano con le altre suore di Bathore per mantenere l’unità comunitaria, con momenti di comunicazione e formazione. La missione raggio non ha contributi locali per sostenersi, quindi diventa molto prezioso l’aiuto di benefattori o di volontari delle associazioni italiane oppure dei paesi limitrofi, soprattutto da quando l’economia, già di per sé debole, ha subito un’ulteriore battuta d’arresto con il violento terremoto del novembre del 2019 che ha lasciato dietro di sé morti, feriti, macerie. L’epicentro è stato registrato tra Durazzo e Tirana perciò il domenicano Padre Giorgio Frendo, Arcivescovo di Tirana-Durazzo, è stato tra i primi ad accorrere sul luogo della tragedia. 
In questo frangente lo Stato albanese ha provveduto alla sistemazione delle famiglie maggiormente colpite dal sisma e lo stesso hanno fatto i Padri Domenicani e le Suore Adoratrici offrendo ospitalità a quegli sfollati che hanno perso la loro casa. 
Un ritorno alla normalità è atteso e sperato ma i tempi di rientro si stimano lunghi e non privi di sforzo e sofferenza per le nostre sorelle e per la comunità di Durazzo.   

 

La nuova comunità di bathore
 

05-05-2020