La vita singolare di Padre Giocondo Pio Lorgna

Padre Pio Lorgna

La pratica religiosa tra contemplazione e azione ovvero la vita singolare di Padre Giocondo Pio Lorgna.  

Giovedì 18 giugno Radio Maria ha dedicato lo spazio della Serata sacerdotale alla carismatica figura di Padre Giocondo Pio Lorgna introdotta e approfondita da Monsignor Pietro Brazzale Postulatore delle cause dei santi nella Diocesi di Padova. Tutto ciò è molto significativo per noi in quanto proprio in questo 2020 celebriamo il 150° anniversario della nascita di Padre Lorgna nostro fondatore. Si vuole dare qui una breve sintesi dei principali nodi tematici emersi dal racconto di Monsignor Brazzale con l’invito, per chi lo desidera, ad ascoltare il podcast realizzato da Radio Maria per un maggiore approfondimento.

Le origini.

In un’umile famiglia stanziata sulle colline della Lunigiana, in provincia di Massa, nel 1870 nasce Giocondo Lorgna. La madre, Maria Fiasella, dal momento che lo dà alla luce lo offre in dono alla Madonna e consegnandolo nelle sue braccia La prega di fare di lui un santo e un benefattore di anime, perciò quella che sarà la sua futura consacrazione a Dio e alla Chiesa sembra trovare proprio nel gesto materno una predestinazione, la traccia di un disegno ben delineato. Il clima familiare sereno e religioso gli conferisce un carattere socievole, servizievole e rispettoso degli insegnamenti cristiani ricevuti dai genitori tanto che a tredici anni, sull’esempio del fratello Bentivoglio e dello zio paterno Don Luigi Lorgna, Giocondo matura il desiderio di farsi prete. Entra così nel seminario di Parma dove sarà sotto la guida di due eccellenti maestri che la chiesa recentemente ha dichiarato santi: il Rettore Don Andrea Ferrari (diventerà Arcivescovo di Milano e sarà beatificato nel 1987) e del vice Rettore Guido Conforti (diventerà Vescovo di Parma e fondatore dei Padri Severiani e canonizzato nel 2011). 
Qui Giocondo studia e si prepara a consacrarsi a Dio come prete diocesano ma l’attrae l’idea di una via più radicale e così comincia a guardare con molto interesse all’ordine di San Domenico. Nel 1889 perciò inizia il cammino per diventare religioso domenicano e con il noviziato riceve anche il nome di Pio. Grazie allo studio intenso e rigoroso della filosofia e della teologia gli viene assegnato l’incarico di insegnante. L’insegnamento gli piace ma accetta, se pure a malincuore, di lasciarlo per la parrocchia di Fontanellato dove rivela tutta la sua grandezza come pastore di anime, maestro di fede e guida spirituale di tanti sacerdoti. Qui, presso il Santuario della Vergine del Rosario, viene sfiorato dal desiderio di avere delle sorelle “eucaristiche”. Da questa visione più tardi nascerà il progetto di fondare la Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda. Ma ecco che il 4 gennaio del 1905 gli viene assegnata la parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia e Padre Lorgna di nuovo, in totale obbedienza, risponde alla chiamata.

Il motore della sua vita: l’Eucaristia, viva presenza di Dio in mezzo a noi.

Quando Padre Lorgna decide di seguire la via dei domenicani sente di giustificare ai suoi cari la propria scelta: «Ho scelto l’ordine dei domenicani» spiega «perché è famiglia di santi e di dotti. Sarà una grazia speciale ricevere il bianco abito presso la tomba di San Domenico a Bologna». Quella tomba diventerà un punto di riferimento necessario alla sua ascensione spirituale, luogo privilegiato di contemplazione e osservazione interiore per imparare da un grande santo a vivere come un autentico suo figlio. A Venezia, difatti, sarà conosciuto come un religioso dotto e appassionato della dottrina domenicana e si distinguerà tra i confratelli per l’impegno con cui cerca di essere osservante, un vero parroco di zelo per il popolo. Dalla voce di chi lo ha frequentato affiora il ricordo di un uomo che nelle discussioni non alza mai la voce, non si accende nel sostenere le proprie opinioni e che ha un gusto squisito per il trascendentale che riversa in ogni momento della giornata. Non ha una voce forte, Padre Giocondo, ma è chiaro nel parlare e le sue parole si impregnano di sapienza e saggezza. Sempre vede un rapporto stretto tra l’Eucaristia e l’Ordine Domenicano perciò, dopo aver fondato la Congregazione delle Suore della Beata Imelda, desidera che le suore adottino tutte questo stesso suo approccio. Per Padre Lorgna l’Eucaristia è: “l’amore che si immola per noi e che offre tutto se stesso per unirsi a noi, per stringerci tra le Sue braccia e trasformarci in Lui”. Egli sa di essere sacerdote prima di tutto per l’Eucaristia e vuole esserlo in pienezza nella misura in cui questo amore egli cerca di trasmetterlo a tutti coloro che incontra; con le parole, certo, ma anche e soprattutto con le opere, facendo della sua vita un esempio per gli altri. 

Nell’Eucaristia il senso della vita.

Fin da ragazzo, forse dal giorno della Prima Comunione, Giocondo si sente attratto da Gesù come pane di vita. Da questo momento matura in lui il desiderio di stare con Gesù, di essergli di compagnia soprattutto nell’adorazione e nella contemplazione. Entrato nel Seminario, a Parma, appare sempre più affascinato dal Tabernacolo e, divenuto domenicano, è chiaro a tutti che la sua vita interiore è una perla luminosa opera di Gesù Eucaristico, sempre più intensamente amato e cercato. In tal senso, possiamo leggere tra gli scritti di Padre Lorgna una frase emblematica di questo suo sentimento per Cristo: «Amando Gesù sacramentato avrò sempre vicino l’amore del mio cuore». Amore di cui furono privilegiati i Santi Domenicani. E non solo. Difatti Padre Giocondo prende come modello di devozione eucaristica una giovane, Imelda Lambertini, morta in totale estasi d’amore, nel 1333 a soli tredici anni, dopo aver ricevuto per la prima volta l’Eucaristia. Divenuto parroco a Venezia si fa subito notare per l’impulso straordinario che dà alla preparazione dei bambini alla Prima Comunione. Con Padre Giocondo Lorgna la Prima Comunione diventa una festa solenne. È la vera sagra della Parrocchia con il pranzo offerto a tutti i parrocchiani affinché anche i bambini più poveri e le loro famiglie possano far festa. L’Eucaristia è Cristo che si dona perciò Padre Lorgna chiama con insistenza anche gli adulti ad accostarsi ad Essa. In più divulga la pratica dell’Adorazione per aiutare le missioni cattoliche e sostiene materialmente e spiritualmente l’apostolato missionario. Una volta costituita la Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda, sue sorelle eucaristiche, desidera che ogni comunità sia un centro irradiato dalla luce di Gesù Eucaristia.

Tutto per te, Signore; per le anime e per la Chiesa. 

Con Padre Giocondo Pio Lorgna ci troviamo al cospetto di un uomo di Dio che vuole avvicinare alla perfezione cristiana tutti coloro che incontra ma le sue parole sono sempre accompagnate dall’esempio, vera testimonianza del suo amore per l’Eucaristia. Non ama le mezze misure Padre Lorgna, guida i suoi figli con la severità di un padre che, all’occorrenza, sa mostrarsi paziente e amorevole. Alle giovani donne che vogliono vivere l’intimità con Gesù Eucaristico scrive: «Chiederemo di amare tanto Gesù Sacramentato, di essere forti nel dolore, di fuggire il peccato deliberato». 
Non predica per compiacimento ma per seminare a piene mani la parola di Dio affinché le anime che gli sono state affidate crescano nella fede cristiana. Va spesso a trovare gli ammalati della Parrocchia sollecitandoli ad offrire le loro sofferenze a Gesù Crocifisso e, nelle ore più difficili della vita, esorta le sue figlie e sorelle spirituali, le suore Imeldine, a non perdere mai la fiducia. A proposito di Padre Lorgna, qualcuna delle sorelle ha detto che egli con la sua fede luminosa e la sua carità ardente si mostrava padre e madre insieme volendo farsi vicino a ciascuna di loro. Tanto che nel giorno del suo funerale, l’11 luglio del 1928, una frase sussurrata passa di bocca in bocca: «Vedeva solo Dio e le anime», a sottolineare come Padre Giocondo Lorgna abbia fatto scaturire dalla contemplazione tutto il suo apostolato costituendosi esempio di vita per molti e in modo significativo per i sacerdoti e i religiosi tutti. 

 

Trasmissione completa su Radio Maria

07-07-2020