Che situazione complessa!

DAD, didattica a distanza

“Perché Dio ci ha puniti in questo modo? Non lo meritiamo.” Non eravamo preparati ad affrontare una crisi come quella causata dal Covid-19, e ciò può sembrare un castigo divino, a meno che non faccia parte di un disegno più grande. Quello, per esempio, di offrire a noi camerunesi l’opportunità di acquisire nuove competenze.
Viviamo in un mondo sostanzialmente digitalizzato per il quale, malgrado gli sforzi fatti da molti camerunesi in questa direzione, non siamo tecnologicamente formati.
Infatti, durante il lockdown gli insegnanti e gli attori dell'educazione sono stati obbligati a fare uso dei moderni mezzi di comunicazione per portare avanti le lezioni online. Non è stato un compito facile poiché molti vi ricorrevano solo per le chiamate e le transazioni di denaro.
E non è stata questa un’occasione d’oro? Dal mio punto di vista sì perché tanti camerunesi sono stati chiamati a reinventarsi e a reinventare la loro didattica lavorando sulla creatività e la ricerca.
Personalmente, dal 17 marzo al 30 aprile 2020, avevo già preparato i miei studenti con delle lezioni online perciò quando il ministro dell'istruzione secondaria ci ha invitato a continuare le lezioni attraverso Internet, ero pronta.
Per me era facile, per i miei studenti un po’ meno. Molti di loro, infatti, non erano in grado di scaricare gli appunti che inviavo loro dopo la lezione sicché ho dovuto spesso interrompere la spiegazione per insegnare loro come procedere. All'improvviso mi sono resa conto di essere diventata un’insegnante di informatica! Questa è l'interdisciplinarità! Ho preso coscienza di quanto i nostri studenti e alcuni colleghi fossero analfabeti in questo campo. Per questo, come educatrice, ringrazio Dio perché ci ha motivati all’uso dei moderni mezzi di comunicazione e mi auguro che il nostro governo rifletta sulla necessità, a livello nazionale, di rendere tali mezzi più accessibile a tutti. Mi riferisco al diritto all’istruzione di tutti quegli studenti che abitano in zone remote e inaccessibili, penso alle famiglie povere che, non potendo permettersi uno smartphone, non hanno garantito ai loro figli la regolare frequenza alle lezioni.
 
Suor Chantal Hélène Ntsama op.

28-05-2021